Berlusconi indagato per aver raccomandato 4 vallette, Bassolino impunito da 18 anni.
Dunque è confermato: la procura di Napoli sta indagando Silvio Berlusconi per aver tentato vanamente di raccomandare a Saccà, direttore di rai-fiction, quattro aspiranti attrici. L'abbiamo potuto sapere non tramite la notifica di un avviso di garanzia, come dovrebbe avvenire per qualsiasi cittadino, ma grazie a Repubblica, che ormai è sicuramente più efficiente di un ufficiale giudiziario. Ad ora l'unica cosa dimostrata è che Berlusconi non è quel mostro che fagocita l'informazione planetaria, visto che non gli è riuscito nemmeno di sistemare quattro persone. Qualsiasi altro policante demo-sinistrato avrebbe saputo fare di meglio, tanto è vero che in Rai, per esser ottimisti, i 2/3 sono stati assunti grazie ad una raccomandazione. Berlusconi sarebbe altresì indagato per aver tentato di corrompere il senatore Randazzo, uno degli sciagurati eletti all'estero, per farlo passare dall'altra parte. Come dire, indagini serie e nient'affatto politiche che attestano la serietà di toghe che nelle procure lavorano con scrupolo e coscienza. Non so quanti processi abbia dovuto affrontare Berlusconi dal 1994 ad oggi, so solo che tutti sono serviti per scalzarlo su un piano esclusivamente politico. L'indagine ora venuta alla luce non fa eccezione.
Tanto è vero che, nella procura più affollata d'Italia, ci sono ben altri problemi da affrontare che un'indagine sulle raccomandazioni di Berlusconi. D'altra parte, su un piano strettamente politico, c'è da interrogarsi sul motivo per il quale il capo degli afragolesi, Don Tonino Bassolino - capo indiscusso della cosca che presiede la regione Campania - venga ignorato dalla magistratura. Sì che ce ne sarebbero di cose su cui indagare, ma Bassolino alle toghe proprio non interessa se non per bazzecole, pinzellacchere, quisquiglie. Lo scorso aprile Bassolino, indagato per abuso di ufficio, dichiarò presso la procura di aver firmato delle carte senza leggerle. Ciò, chiariamolo, per fare venire meno il dolo e, quindi, il criterio soggettivo per ritenere punibile un determinato fatto. Lo scorso luglio, l'Afragolese, che tra il 2000/4 è stato commissario straordinario per la emergenza rifiuti, è stato rinviato a giudizio - assieme ad altri 29 galantuomini - per i reati di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture. Ebbene il processo non è nemmeno riuscito a partire. Prima, a settembre, è stato trasferito il GUP Alberto Vecchione senza che fosse indicato il sostituto (tutto è documentato su antibassolino qui. ); poi abbiamo dovuto assistere per 4 mesi alla presa in giro del popolo italiano. Causa un centinaio di difetti di notifica, il processo non è nemmeno iniziato: l´udienza preliminare è già slittata tre volte e slitterà sicuramente anche a gennaio. Uno degli avvocati di parte civile ha già messo le mani avanti dicendo subito che sarà molto difficile arrivare ad una sentenza di merito. In pratica è inutile continuare con questa tragicomedia: la prescrizione è solo questione di tempo. La verità è che Bassolino è impunito, leggasi legibus solutus, da 18 anni e lo sarà a vita, benchè per condannarlo basterebbe seguirlo per un giorno. Di materiale ce n'è a iosa. A titolo di esempio basterà citare l'operazione svantaggiosissima con la Banca UBS - presso cui lavora il figlio Gaetano Bassolino, all'interno del settore che si occupa degli investimenti delle PA - che è costata alla Regione Campania 28 milioni di euro di costi impliciti, trasferendo però questo debito sulle gestioni future(e per questo la destra continuerà a lasciare la regione a questi galantuomini...) E' solo un esempio, ma come sottolineato, e sì che ci sarebbe da consumare inchiostro.
Ci sarebbe, altresì, molto da scrivere anche sulla procura di Napoli e sui motivi per i quali l'ex procuratore capo Agostino Cordova - a suo tempo voluto dal PCI - è stato trasferito per incompatibilità ambientale e funzionale, ma questo è argomento che non possiamo affrontare qui. Basterà dire che Cordova, magistrato serio che ha ottenuto numerosi successi contro la 'ndrangheta, fu attaccato per aver criticato quei sostituti procuratore che, pur avendo decine di procedimenti contro killer della camorra pendenti, li mettevano da parte per cercare di incriminare i poliziotti che, durante il g8 di Napoli dell'autunno 2001, cercarono di arginare le violenze dei noglobal. Queste dichiarazioni gli scatenarono contro tutta la magistratura politicizzata con 60 magistrati che gli presentarono esposto contro.
Poi Cordova fece anche un paio di inchieste sulla corruzione dell'amministrazione di Bassolino, e per lui è finita la brillante carriera Su questa vicenda sia il CSM sia il Tar Lazio sia Ciampi scelsero la parte sbagliata. Come vedete, dunque, la storia si ripete e sulla terzietà, sull'autonomia e l'indipendenza della procura di Napoli c'è molto da dubitare. Purtroppo non è una battaglia tra buoni e cattivi, tra giustizia e criminalità: talvolta i cattivi sanno nascondere le carte.
E sì che ci sarebbe da scrivere...
giovedì 13 dicembre 2007
E la polizia salvò il rapinatore dal linciaggio.
A Napoli la folla si ribella ai criminali.
Ieri, quando sono passato per via Francesco Solimena, la confusione faceva intuire che fosse successo qualcosa. Chiedendo in giro, sono riuscito a ricostruire parzialmente i fatti. Due rapinatori, pistola in pugno (in realtà una scacciacani), grazie ad un terzo complice che si era fatto aprire la porta blindata, sono entrati nella gioielleria «Gli ori di Nelly» per poi darsela a gambe subito dopo averla saccheggiata. Senonchè Stefano Ciotola, il figlio del titolore della gioielleria, è riuscito a fermare uno dei delinquenti, spezzandogli anche il dito. L'altro, invece, è stato bloccato e pestato dai passanti subito dopo. Per salvare i due delinquenti dal linciaggio della folla esasperata, si è reso necessario l'intervento di un poliziotto fuori servizio. Intervento, mai come stavolta, poco apprezzato, visto che - c'è da scommetterci - i due rapinatori riminceranno appena possibile. Tanto in Italia lo stato tutela solo i delinquenti. Infatti uno di questi, Pietro Pesce, sfrontato benchè braccato, non ha esitato a minacciare di sporgere denunciare contro il figlio del gioielliere che, per bloccarlo, gli avrebbe spezzato un dito. Insomma, le parti si sono invertite, ma gli effetti comici stavolta sono stati secondari. Ora, non so dire se i due rapinatori fossero dei cani sciolti o facessero parte di un'organizzazione, ma fatto sta che saranno proprio i gioiellieri a dover avere paura: rischieranno infatti delle ritorsioni. A Napoli - purtroppo - non essendoci un'azione di controllo delle forze dell'ordine, sta ai cittadini difendersi. Pochi giorni fa, nella stessa zona, era stata rapinata la gioielleria Errico e gli autori del reato sono, come da copione, rimasti impuniti. E c'è poco da fare: che le gioiellerie abbiano la doppia porta blindata serve a poco. Certo, ci sono alcune gioiellerie "fortunate" - faccio un nome: Eboli (da boicottare) - che possono permettersi di stare con le porte aperte senza il timore di essere potenziale obiettivo per i criminali, ma questo implica stare in altri giri. Del resto, alla polizia non risulta che la camorra faccia impresa, anzi non le risulta affatto l'esistenza della camorra, dunque non mi sono consentite alcune valutazioni. Forse non mi è nemmeno consentito chiedermi perchè i poliziotti non provino a identificare le classiche facce sospette che si notano subito - giusto per far capire che fanno qualcosa - nè perchè nessuno fermi quei ragazzini che, guappi, vanno contramano e senza casco a caccia di una facile preda.
Io, per ora, non trovando risposta, mi accontento, allora, che, per una volta, un cittadino sia riuscito a pestare il delinquente. Almeno stavolta la soddisfazione c'è. AUTOTUTELA!
Ieri, quando sono passato per via Francesco Solimena, la confusione faceva intuire che fosse successo qualcosa. Chiedendo in giro, sono riuscito a ricostruire parzialmente i fatti. Due rapinatori, pistola in pugno (in realtà una scacciacani), grazie ad un terzo complice che si era fatto aprire la porta blindata, sono entrati nella gioielleria «Gli ori di Nelly» per poi darsela a gambe subito dopo averla saccheggiata. Senonchè Stefano Ciotola, il figlio del titolore della gioielleria, è riuscito a fermare uno dei delinquenti, spezzandogli anche il dito. L'altro, invece, è stato bloccato e pestato dai passanti subito dopo. Per salvare i due delinquenti dal linciaggio della folla esasperata, si è reso necessario l'intervento di un poliziotto fuori servizio. Intervento, mai come stavolta, poco apprezzato, visto che - c'è da scommetterci - i due rapinatori riminceranno appena possibile. Tanto in Italia lo stato tutela solo i delinquenti. Infatti uno di questi, Pietro Pesce, sfrontato benchè braccato, non ha esitato a minacciare di sporgere denunciare contro il figlio del gioielliere che, per bloccarlo, gli avrebbe spezzato un dito. Insomma, le parti si sono invertite, ma gli effetti comici stavolta sono stati secondari. Ora, non so dire se i due rapinatori fossero dei cani sciolti o facessero parte di un'organizzazione, ma fatto sta che saranno proprio i gioiellieri a dover avere paura: rischieranno infatti delle ritorsioni. A Napoli - purtroppo - non essendoci un'azione di controllo delle forze dell'ordine, sta ai cittadini difendersi. Pochi giorni fa, nella stessa zona, era stata rapinata la gioielleria Errico e gli autori del reato sono, come da copione, rimasti impuniti. E c'è poco da fare: che le gioiellerie abbiano la doppia porta blindata serve a poco. Certo, ci sono alcune gioiellerie "fortunate" - faccio un nome: Eboli (da boicottare) - che possono permettersi di stare con le porte aperte senza il timore di essere potenziale obiettivo per i criminali, ma questo implica stare in altri giri. Del resto, alla polizia non risulta che la camorra faccia impresa, anzi non le risulta affatto l'esistenza della camorra, dunque non mi sono consentite alcune valutazioni. Forse non mi è nemmeno consentito chiedermi perchè i poliziotti non provino a identificare le classiche facce sospette che si notano subito - giusto per far capire che fanno qualcosa - nè perchè nessuno fermi quei ragazzini che, guappi, vanno contramano e senza casco a caccia di una facile preda.
Io, per ora, non trovando risposta, mi accontento, allora, che, per una volta, un cittadino sia riuscito a pestare il delinquente. Almeno stavolta la soddisfazione c'è. AUTOTUTELA!
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